AVREI VOLUTO ESSERE COME ANDREA PIRLO
Fin da ragazzino mi ha affascinato nel calcio la figura del regista.
Quello che sta dietro e filtra i palloni preziosi ai propri compagni per andare in porta e fare gol.
Quello che sa qual è la sua posizione, ne è consapevole e non fa saltare lo schema.
Col tempo poi sono passato ad apprezzare anche il playmaker del basket/pallacanestro.
Corre parecchio poi si ferma al momento giusto, butta un occhio alla disposizione della squadra e fa il passaggio giusto al compagno che tira da 3 punti.
Avrei voluto essere come Andrea Pirlo (noto regista nel calcio degli ultimi anni), avrei voluto essere come Stephen Curry (noto playmaker nel basket degli ultimi anni).
Giustamente uso dei condizionali, ma ho avuto anche la tenacia di trovare un “io sono” nel mio percorso.
Sono il regista / il playmaker del patrimonio delle persone.
Quello che ha visione dell’intero gioco (PATRIMONIO).
Quello che fa il passaggio millimetrico al cannoniere (CONSULENZA AL CLIENTE).
Quello che rispetta e fa rispettare gli schemi di gioco (PIANIFICAZIONE e STRATEGIA PREFISSATE).
Quello che intercetta per primo le incursioni avversarie (PROTEZIONE DEL PATRIMONIO).
Quello che dà il ritmo di corsa alla squadra (PROGETTI DI VITA A BREVE, MEDIO e LUNGO TERMINE).
Quello che comprende se la squadra è fiacca e ha bisogno di prendere fiato (GESTIONE DELL’EMOTIVITA’).
Quello che vuole far vincere la squadra e farle alzare più coppe possibili (VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO).
Un regista/playmaker così fatto deve studiare parecchio (FORMAZIONE COSTANTE).
Un regista/playmaker deve comprendere che prevale la squadra all’individualità (COLLABORAZIONE CON ALTRI PROFESSIONISTI).
Questo sono io.
Ora scusate, mi sono dilungato, mi rimetto gli scarpini e torno in campo.
Alla prossima.