SIAMO SU UNA BICICLETTA
Siamo su una bicicletta.
Inizia la salita, un pezzo di strada che abbiamo già percorso in passato.
Conosciamo a memoria ogni tornante e ogni buca di quel vecchio asfalto.
Ad un certo punto i pedali iniziano a pesare, il manubrio non è più una guida ma un fastidio, il sudore graffia il nostro viso, il respiro non sorregge il nostro corpo.
La stanchezza ci fa chinare il capo e fissiamo l’asfalto su cui si trascina la bicicletta: è nero, monotono, fumante per il sole e non incoraggia sicuramente.
Fermiamoci! Chi ce lo fa fare? Torniamo indietro e rinunciamo a questo allenamento.
Poi ci ricordiamo che in cima c’è un piccolo borgo, è sempre stato lì, avrà quasi 100 anni.
Ha visto guerre, epidemie, crisi ma ha anche visto matrimoni, nascite e sagre di paese.
Eppure è sempre lì.
Ci fermiamo sotto questo sole cocente? Una bella insolazione sarebbe la ciliegina sulla torta.
Poi ci ricordiamo che nella piazza del paese c’è una fontana di acqua fresca.
Quella fontana è stata costruita con le prime case del borgo e ci saremmo passati almeno 20 volte da quando ci alleniamo.
Perché ce ne dimentichiamo ogni volta? Pazzesco…
Sarebbe bello arrivarci, riempire la borraccia, rinfrescarci e poi ripartire.
Ci fermiamo allora?
No! Rimaniamo sui pedali, teniamo duro, il borgo di quel paesino non è distante.
Le crisi ci sono sempre state, proseguiamo questa salita con la nostra bicicletta e vedremo un mercato che nonostante tutto nel tempo si riprenderà e crescerà ancora di più.